Marco Pucci

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Ufo nel New Jersey

 

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Marshall McLuhan afferma che la radio è un medium caldo ovvero un mezzo di trasmissione che estende un unico senso, in questo caso l’udito, fino a colmarlo di dati, coinvolgendolo totalmente. Infatti l’ascolto della radio, oggi ancora in maniera più accentuata tramite le cuffie che inviano un segnale direttamente all’interno del nostro orecchio, comporta un senso di intimità tra noi e lo speaker, un’esperienza privata che possiamo constatare ad esempio mentre siamo alla guida di una macchina dove può capitare di cantare e ridere anche nella solitudine della nostra auto.

Ma la radio non nasce come medium privato anzi, nei suoi primi anni di vita, fu i in grado di coinvolgere persone ad un ascolto di gruppo: i ragazzi si riunivano intorno a questo mezzo per ascoltare musica, la gente comune per sentire le ultime notizie del mondo o i vari notiziari di guerra. Questo in parte era dovuto anche al prezzo elevato dei primi apparecchi che costringeva la gente ad andare dai vicini di casa o al bar per ascoltare questo magnifica scatola magica.

La nascita e la diffusione della televisione capovolgerà completamente questo aspetto sociale di congregazione di gente e renderà l’ascolto della radio un momento privato e individuale. Inoltre, come abbiamo già visto, la televisione modificherà anche la tipologia dei programmi trasmessi e soprattutto cambierà in maniera radicale la percezione dell’uomo saturandola di valori visivi che avranno un effetto completamente diverso da quello che provocò la radio.

Prenderemo ora in esame qualche esempio di come la gente abbai reagito a notizie trasmesse dalla radio prima dell’avvento della televisione, quando l’immaginario era ancora molto attivo e il nostro corpo era coinvolto dall’ascolto del messaggio.

E’ il 30 ottobre 1938 quando Orson Welles dai canali della CBS trasmette uno sceneggiato radiofonico, War of the Worlds di Herbert Wells, che passerà alla storia. All’interno di un programma di intrattenimento, ascoltato settimanalmente da milioni di americani, Wells decide di adattare il testo del racconto in maniera diversa dal solito: durante l’ascolto della trasmissione, finti corrispondenti, interrompono la trasmissione per narrare in diretta un’invasione di alieni nel New Jersey. Sia all’inizio che durante le varie interruzioni viene comunque specificato che si tratta di una trasposizione di un racconto  di fantascienza ma nonostante questi avvisi riuscirà comunque a scatenare il panico tra gli ascoltatori. Alle ore 20.00 Wells annuncia che dall’Osservatorio Spaziale di Chicago sono stati rilevate delle esplosioni di gas sulla superficie di Marte e che delle nubi di idrogeno si stanno avvicinando alla Terra con una velocità impressionante. Finito l’intervento riparte l’ascolto di musica ma ormai la beffa mediatica del secolo ha avuto inizio. Dopo qualche minuto la trasmissione viene di nuovo interrotta: dei sismografi hanno rilevato delle scossa ad alta intensità  in un raggio di 20 miglia da Princeton, Wells legge un fax proveniente dalla Divisione Astronomica per dare una fonte sicura a questa notizia.  Con il passare del tempo, le voci di abilissimi attori, narrano in maniera sempre più drammatica l’invasione di alieni, descrivendone i loro corpi, le loro armi fino ad arrivare all’uccisione in diretta di un cronista.

Di seguito un breve esempio della narrazione di un inviato: “Signore e signori, è la cosa più terribile alla quale abbiamo mai assistito…Aspettate un momento! Qualcuno sta cercando di affacciarsi alla sommità..qualcuno… o qualcosa. Nell’oscurità vedo scintillare due dischi luminosi..sono occhi? Potrebbe essere un volto. Potrebbe essere..mio Dio, dall’ombra sta uscendo qualcosa di grigio che si contorce come un serpente. E poi un altro e un altro ancora. Sembrano tentacoli. Ecco, adesso posso vedere il corpo intero. È grande come un orso e luccica come cuoio bagnato. Ma il viso! È indescrivibile. Devo darmi forza per riuscire a guardarlo. Gli occhi sono neri e brillano come quelli di un serpente. La bocca è a forma di V e della bava cade dalle labbra senza forma che sembrano tremare e pulsare. Il mostro, o quello che è, si muove a fatica. […]Un oggetto ricurvo sta uscendo dalla fossa. Sembra un piccolo raggio di luce riflesso su uno specchio. Che succede? Dallo specchio si sprigiona un raggio di luce…che si dirige verso gli uomini che avanzano. Li ha colpiti! Sant’Iddio, li ha incendiati! Bruciano come torce”.

 

 

 

 

A questo punto si scatena il caos. Migliaia di persone in preda al panico si riversano nelle strade e si lasciano andare a comportamenti di grave irrazionalità. Si segnalano numerosi ingorghi nelle arterie principali di molte città degli Stati Uniti, mentre le linee di comunicazione si sovraccaricano fino al collasso. Alcuni si abbandonano a episodi di violenza, altri pregano di non essere coinvolti nell’attacco.

Orson Wells quella sera non si accorse di nulla, solamente il giorno dopo si rese conto di cosa le sue parole avevano scatenato.

Da quel giorno in poi fu assai più evidente da una parte l’enorme potenzialità dei mezzi di comunicazione di massa, dall’altra quanto fosse presente il rischio di manipolazione e canalizzazione dell’opinione pubblica da parte di tali mezzi.

 

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Cosa rese possibile un simile caos? Sarebbe possibile riviverlo nei nostri giorni? La radio, all’epoca, lasciava ampio spazio all’immaginazione e alla fantasia dell’ascoltatore che completava così il racconto appreso solamente da una voce narrante; questo sforzo immaginativo rendeva l’ascoltatore più partecipe alla storia, il corpo era attivo e pronto a reagire a un certo tipo di messaggio. Ormai la televisione, con il suo bombardamento visivo, ha immobilizzato lo spettatore, lo ha reso passivo. È per questo motivo che un dramma radiofonico o qualsiasi altro tipo di messaggio trasmesso via radio non riuscirebbe più ad avere un simile impatto su una società come quella occidentale che vive ormai da quasi 60 anni a stretto contatto con la televisione e con altri media che giocano sull’aspetto visivo del linguaggio.

 

 

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