Marco Pucci

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Augmented Reality Glasses

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Fin dalla sua nascita, la Realtà Aumentata ha utilizzato le tecnologie più avanzate per poter evolvere e non essere abbandonata come tantissimi altri progetti legati al mondo dell’hi-tech destinati all’oblio.

Mi piace considerare la AR come un “parassita digitale” che sfrutta in maniera incredibile e con una modalità di adattamento mai vista, tutte le innovazioni multimediali degli ultimi anni.
Come descritto nei precedenti articoli, la AR nasce dai fallimenti della Realtà Virtuale. Utilizzando webcam e computer, invade le case di milioni di utenti che provano dai loro schermi i primissimi prototipi grafici. L’introduzione di processori sempre più potenti permette alla AR di utilizzare software per il riconoscimento visivo e nuovi marker grafici.
Con l’arrivo dei dispositivi mobile, la AR viene inserita immediatamente negli smartphone sfruttando le sempre più potenti videocamere, ma anche i nuovi componenti come accelerometro, bussola e gps. Da qui si sviluppa la Realtà Aumentata geolocalizzata.

Per la prima volta, dopo anni di “adattamento” a tecnologie preesistenti è avvenuto un cambio di rotta nella storia della Realtà Aumentata: nuovi device nascono appositamente per supportare la AR. Mi riferisco ai numerosi occhiali che invaderanno il mercato nei prossimi anni.
Non sappiamo ancora se questi werable device avranno una diffusione di massa come è accaduto con gli smartphone. Le previsioni non sono delle migliori, visto il fallimento dei Google Glass. Se gli “effetti speciali” ipotizzati nei diversi video promo dei nuovi prototipi si avvereranno, il successo sarà garantito. È anche vero che stiamo assistendo alle prime sperimentazioni in questi campi e non riusciamo a fare previsioni certe, ma se la tecnologia lo permetterà, il futuro che ci attende sarà visibile attraverso le lenti di un paio di occhiali.

Di seguito alcuni prototipi di Augmented Reality Glasses. I video si riferiscono a prototipi in fase di realizzazione. Ovviamente quello che vedrete non è il reale funzionamento degli occhiali, ma una sorta di simulazione o preview che le case produttrici rilasciano per promuovere le prime sperimentazioni.

 

 

2013 – Google Glass
 

“Il viaggio non finisce qui”, così si legge sul sito ufficiale dei Google Glass. Progetto nato nel 2013 e ormai ufficialmente terminato. 
I primi occhiali, venduti a sviluppatori di tutto il mondo per essere testati e per realizzare applicazioni dedicate, hanno una storia brevissima.
Collegati ad un dispositivo mobile permettevano di accedere a informazioni come meteo, email, navigatore, foto, video, ecc… attraverso comandi vocali o sfiorando un sensore posto nella stecca destra dell’occhiale.
Le immagini erano proiettate in un piccolo rettangolo nella lente destra. In questo modo le informazioni erano sovrapposte alla realtà. Tra le funzioni più riuscite spiccava l’applicazione del navigatore che fondeva in maniera perfetta le indicazioni stradali con le immagini reali.
Interessante il ritorno all’utilizzo di un device da indossare per tenere le mani libere come accadeva per il primo prototipo di AR inventato da Tom Caudell e David Mizell.

I Google Glass rappresentano comunque la prima sperimentazione di occhiali interattivi e hanno dato il via a tutta una serie di prototipi successivi. I GG non hanno auto successo per diversi motivi: tra i primi un prezzo eccessivo (quasi 1500 dollari) che gli ha impedito una diffusione di massa. Un secondo motivo è stato la scarsa programmazione di applicazioni destinate al device: alla fine i Google Glass venivano utilizzati semplicemente per registrare video o scattare fotografie. Questi limiti ne hanno decretato la fine. Smartphone e action camera sempre più piccole e con una qualità video elevata hanno reso inutile questo prodotto. Inoltre non possiamo non tener conto dei problemi di privacy nati negli anni delle sue prime sperimentazioni. Indossare un dispositivo in grado di registrare di nascosto quello che avveniva davanti a noi ha creato non pochi problemi a Google. Molte aziende vietavano l’utilizzo dei GG all’interno delle proprie sedi per evitare appunto una registrazione “nascosta” di riunioni o conversazioni. È vero che attraverso un qualunque smartphone siamo in grado di registrare audio e video in qualsiasi momento, ma è anche vero che non avendo in mano nessun dispositivo la registrazione con i GG la registrazione può avvenire in maniera molto più subdola.


2015 – Sony SmartEyeglass
 

Disponibili per sviluppatori al prezzo di 600 euro, gli occhiali della Sony cercano di conquistare il buco di mercato lasciato da Google.
Per questo motivo cercano programmatori  per sviluppare App in Realtà Aumentata. Sul sito della Sony è possibile scaricare l’ambiente software con tutte le informazioni (tutorial e manuali), per realizzare applicazioni Android.
Dal video si può notare il design (decisamente non ai livelli dei GG) e il controller per gestire il device. Attualmente pochissime applicazioni sono state realizzate e tra queste il navigatore, la possibilità di vedere Tweet geolocalizzati o traduzioni istantanee (clicca qui per vedere le poche App disponibili).
La scommessa degli SmartEyeglass di Sony parte da qui: se riuscirà a realizzare un mercato di App dedicate in grado di coinvolgere un grande pubblico potrà ritagliarsi una fetta di mercato molto grande. Ma attenzione! Numerose sono le aziende che in questi anni stanno sviluppando prodotti analoghi a Sony o Google. Non è detto che queste tecnologie riescano a fare breccia e diventare di massa come lo è stato per gli smartphone.
Soprattutto se tra i rivali è entrata a far parte la Microsoft con i suoi HoloLens.


2015 – Microsoft HoloLens
 

Se la Microsoft riuscirà a realizzare quello che mostra nella demo qui sopra, gli HoloLens non avranno rivali.
Il “se” purtroppo è d’obbligo in questi casi. Non ancora in commercio e in fase di sviluppo, gli HL ancora non hanno raggiunto la qualità e l’interazione ipotizzata. Numerosi blogger che li hanno provati non sono del tutto entusiasti dei test a cui hanno assistito. Passeranno ancora molti anni prima della loro produzione (attualmente sono in vendita solamente negli USA e in Canada ad un prezzo di 3000 dollari) e il fallimento dei Google Glass è ancora troppo recente per essere dimenticato.
Gli HoloLens mostrano un nuovo concetto di Realtà Aumentata: gli elementi virtuali vengono posti all’interno di una stanza ed è possibile girarci intorno per osservarne tutti i lati. Nessun marker visivo o geolocalizzazione attiva gli elementi virtuali. Una scansione del luogo permette di posizionare video e oggetti tridimensionali nello spazio reale. I comandi sono attivati tramite voce o movimento delle mani. È possibile in questo modo spostare, allargare o stringere schermi virtuali o modellare e creare oggetti 3D. 

 

 

 

 

In questa ultima demo (rilasciata il 2.02.2016) HoloLens mostra alcune possibili applicazioni in relazione ai programmi tv. 
Una nuova modalità di fruizione di programmi sportivi (ma che può essere associata a numerosi altre tipologie di intrattenimento) dove le analisi di gioco, replay, giocatori in 3d che si muovono davanti a noi, sono riprodotte in maniera realistica all’interno della stanza. 


 
 
 
 
 
 

 

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